La nostra prossima Community night sarà il secondo appuntamento, ma a tutti gli effetti il primo vero in stile ‘community’ classico: avremo il piacere di ospitare Luca Lavore da Palermo, per conoscere nei dettagli la storia della sartoria del padre Giuseppe Lavore, esperto modellista e capostipite dell’azienda famigliare.
Luca è stato un allievo di Sara Savian, durante un DigitalFashion palermitano nell’autunno 2018 e non mancherà di farci dimostrazioni concrete sui software che ha imparato ad utilizzare durante il corso. Ci illustrerà, inoltre, come stia riuscendo in poco tempo ad attualizzare il metodo della sartoria in un’ottica più sostenibile, pur mantenendo la tradizionale eccellenza nel prodotto finito. È la sfida più ardua, considerando il contesto attuale del lavoro sartoriale di qualità in Italia, ancorato purtroppo a sistemi produttivi troppo costosi ed elitari.
Vi invitiamo dunque a partecipare alla presentazione di questa storia dai tratti straordinari, ma anche vicini a tutti noi, più di quel che si possa immaginare.
dove: WeMake makerspace (mappa) MM1 Gorla, via Stefanardo da Vimercate 27/5, 20128 Milano quando: martedì 3 Dicembre 2019, dalle 19:30 alle 21:00 registrazione gratuita: Eventbrite
*in particolare per cibi e bevande, portate ciò che vorreste trovare ; )
Lo scorso novembre 2019 abbiamo avuto l’opportunità di proporre il percorso formativo Digital Fashion Making all’Arca textile lab di Palermo, grazie alla collaborazione tra WeMake e Fastweb Digital Academy.
Ecco parte dell’intervista fatta da WeMake ad uno degli studenti del corso :
Luca Lavore
Come mai hai deciso di frequentare il corso Digital Fashion Making?
Mi è arrivata una segnalazione e ho cercato online delle informazioni sui software che avremmo utilizzato durante la settimana del corso. Coadiuvando la mia famiglia nella gestione del nostro atelier ed essendo io interessato alla tecnologia e al settore abbigliamento, ho trovato allettante la possibilità di imparare ad utilizzare il software open source Seamly2D che mi sembrò subito molto intuitivo fin dai primi tentativi di utilizzo.
Ti è stato utile per il tuo lavoro?
Dopo una settimana intensiva tra modelli cad e uso della lasercutter, avevo ben chiare le idee su come implementare il software nel processo produttivo dell’azienda di famiglia per almeno tre motivi principali:
1. la natura di software parametrico a elementi dipendenti di Valentina/Seamly2D, che sposa perfettamente le esigenze di una sartoria moderna che ha adottato sistemi di modellistica proporzionali basati sullo studio del corpo umano;
2. la gratuità, agli antipodi rispetto alle cifre proibitive dei software più rinomati, spesso pensati esclusivamente per l’uso industriale;
3. la perfetta corrispondenza tra il metodo di taglio su piazzato in carta e la ratio dei software che prevedono uno stampato come output del progetto. L’approccio vecchio (e nemico della precisione) di tracciare direttamente sul tessuto col gesso non troverebbe nell’uso del software un prezioso aiuto in quanto privo del fondamentale passaggio a sistemi di piazzamento moderni.
Come hai applicato le conoscenze acquisite nel corso all’interno del tuo lavoro?
L’acquisto di un plotter, valido e indispensabile strumento a corredo del software, mi ha permesso di velocizzare di circa il 25% l’intero processo di confezionamento di un capo. La stampa da disegno vettoriale ha aumentato in modo apprezzabile la precisione dei modelli rispetto al precedente metodo di ricalco manuale di quelli in cartone. Gli altri vantaggi riscontrati, comuni a chiunque si avvalga di programmi CAD, sono sicuramente la migliore capacità previsionale sul risultato dei capi, minore ingombro di cartoni e una maggiore flessibilità generale nel rispondere alle richieste della clientela.
Cosa diresti a una persona che ha la possibilità di seguire un corso focalizzato sull’uso del software Seamly2D?
Il consiglio che posso dare a chiunque abbia la possibilità di seguire un corso relativo a questo software è di spogliarsi di qualsiasi pregiudizio, sia che derivi da un eventuale background più orientato al fashion design rispetto al modellismo vero e proprio, sia che si tratti dell’aver sempre lavorato in modo più tradizionale – rifiutando a priori qualsiasi nuovo strumento/approccio. Il modellismo è una scienza che trascende tutti gli ambiti formativi del campo dell’abbigliamento, conoscerne i principi ed integrarli all’uso di strumenti informatici senza approntare gli alti costi che spesso ciò comporta è un’opportunità da non lasciarsi sfuggire.
Per leggere il blogpost completo segui il link alla pagina di wemake!
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